Oggi è la festa della Madonna di Lourdes e Bertilla ci racconta la gioia che ebbe di partecipare assieme alla madre, nel settembre del 1963, al primo pellegrinaggio organizzato dall’UNITALSI di Vicenza con la presenza del Vescovo Carlo Zinato che festeggiava il suo 50° di sacerdozio ed il 20° di episcopato.

Alla sorella scrive: “Abbiamo fatto un bellissimo viaggio; siamo state sempre bene, la Madonna ci ha proprio aiutate. Non puoi immaginare la gioia che abbiamo provato in quei santi giorni di preghiera davanti alla grotta, abbiano pregato per tutti. Cara sorella non ho mai provato tanta gioia come in quei giorni. Anche durante il viaggio abbiamo pregato tutti assieme: recitavamo il S. Rosario per essere più degni di chiedere alla Madonna i nostri bisogni spirituali e materiali. Hanno celebrato la S. Messa anche in treno, abbiamo fatto tutti la S. Comunione. Siamo arrivati alle tre del giorno dopo, quel giorno noi ammalati siamo stati a 1etto a riposare, poi gli altri giorni siamo sempre andati alla grotta. Ci accompagnavano in carrozzella i barellieri e le dame per ascoltare 1a S. Messa e fare la S. Comunione, poi ritornavamo in piazzole sotto le piante per la colazione. Più tardi andavamo alla piscina a fare il bagno nell’acqua benedetta, sempre pregando, poi andavamo alla grotta un’altra volta a recitare il S. Rosario, meditando i Misteri e offrendo alla Madonna ogni decina secondo una intenzione e ascoltavamo una predica per noi ammalati, una predica che faceva risorgere i cuori più duri; si andava via dalla Grotta così contenti e rassegnati a fare la volontà di Dio anche nella grande sofferenza. Dopo pranzo facevano una grande processione con il Santissimo, cantando l’Ave Maria di Lourdes, invocando il Signore, la Madonna perché potessimo avere sempre il sorriso sulle labbra, sempre la gioia nel cuore anche nella più grande sofferenza.”

In un’altra lettera chiarisce: “La grazia che ho chiesto alla Madonna è quella di farmi santa come la mia patrona, di soffrire con amore, in silenzio per far contento Gesù; per convertire tante anime, ma sai è difficile perché quando mi sento male chiedo di star meglio, ma in fondo al cuore ho un grande desiderio di farmi santa, perché ho capito che in questo mondo tutto finisce, solo il bene resta per l’eternità.”

A Maria che le fu vicina come “Dama” dell’UNITALSI, scrive: “Ieri ho ricevuto la sua carissima lettera, ha sentito anche lei la nostalgia di Lourdes? Io penso sempre a quei bellissimi giorni che abbiamo passato a Lourdes, vicino alla Madonna in mezzo a tante anime buone, specialmente le dame che sono state tanto buone e gentili in particolare lei e Silvana. Sento ancora il bisogno di ringraziarvi di tutto quello che avete fatto per me e per noi tutti.

Gabriella, infermiera nel reparto di Bertilla, ricorda: “Quanti “rosari” recitati insieme con la sua “corona bianca” che teneva sempre nelle mani, un ricordo caro del suo viaggio a Lourdes. Quella “corona bianca” le dava forza e la teneva stretta anche nel momento della sua fine ed in quel momento c’era vicino a lei il suo Creatore, il Gesù che lei pregava sempre.”

Preghiera:

O mia signora! O madre mia! Tutto offro a Voi e in fede della mia devozione vi consacro i miei occhi, le mie orecchie, la mia bocca, il mio cuore e tutta me stessa. Poiché dunque sono vostra, o buona Madre, custoditemi, difendetemi come cosa e possessione vostra.

Mamma dolce, cara, dammi la forza di soffrire volentieri, con amore per piacere a Gesù, per convertire tante anime, affinché il mio cuore, si abbandoni completamente alla volontà di Dio. Fa che il mio cuore si accenda di un puro e santo amore a Gesù.

Riflessione:

“Dopo il ritorno da Lourdes, affermò don Dino Signori, parroco di S. Agostino, Bertilla è vissuta con la nostalgia del Paradiso”.

“Andare a Lourdes, per Bertilla, fu un’esperienza di fede, di preghiera e di sostegno per continuare la sua vita di dono nella malattia. Fu un’esperienza che in lei ha lasciato un segno profondo: quel pellegrinaggio, ormai insperato, lo ha vissuto come un dono da parte della Madonna, che le ha donato tanta pace e serenità. I pellegrinaggi dei malati e con i malati sono i viaggi della speranza e della fede, fatti non per ottenere guarigioni miracolose, ma per rinsaldare la fede e la forza dell’amore: i malati sentono la presenza dell’amore e i volontari capiscono che, più che donare, ricevono amore, in uno scambio di grazia e di solidarietà. Il tutto come preghiera e nella preghiera.” (Don Aldo De Toni, in La primavera dell’amore. Bertilla Antoniazzi: una piccola grande storia)

Le considerazioni che sono state inviate

Pace e gioia! 

Grazie di cuore per questa rubrica. La storia di Bertilla, le sue preghiere, le lettere mi aiutano tantissimo. Sono malata di cancro all’ultimo stadio e in chemioterapia. A volte mi sembra di stare dentro alle parole di Bertilla. Vivo una situazione di Grazia molto simile. Grazie Gesù. Dio ci benedica.   

                                                                 Elsa 

Bertilla trovava la serenità, la forza d’animo nella assidua preghiera, dando coraggio a tutte le persone che l’hanno conosciuta. Nel titolo “La primavera dell’Amore. Bertilla Antoniazzi una piccola grande storia” la sintesi di una operosa dolce missione, e più ancora in questa semplice preghiera che racchiude la sua volontà ad amare sempre di più Gesù, con grande dolcezza, sempre con il sorriso.  Da lei impariamo a non perdere mai coraggio e superare con l’aiuto del Signore, le avversità e ogni sconforto.

                                                                                Mauro Scanferla

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Luigi Grandi (notaio nel processo diocesano per la beatificazione)