Il 25 Marzo 2015 il vescovo Mons. Beniamino Pizziol, ha chiuso ufficialmente la fase diocesana del processo di canonizzazione della Serva di Dio, Bertilla Antoniazzi. In ricordo di questa data ho pensato di descrivere il percorso che è stato fatto per arrivare alla formazione della causa di beatificazione. In questo incontro vedremo tutti i passaggi compiuti per arrivare al processo, nel prossimo incontro, che coincide con il giorno della chiusura del processo diocesano esamineremo l’importanza e il significato della Serva di Dio nella Chiesa del suo tempo e di oggi.

Il vescovo di Vicenza mons. Beniamino Pizziol alla cerimonia di chiusura del processo

La santità di vita di Bertilla Antoniazzi fu riconosciuta ancora in vita, quando ammalata in ospedale la chiamavano l’angelo dell’ospedale, come pure nel momento della sua morte, circondata dall’affetto dei familiari, delle suore e del personale dell’ospedale (“è morta una santa” – dicevano) e anche durante i funerali (prima di chiudere la bara, tutti la volevano vedere e toccarne il corpo con fazzoletti e oggetti).

            Trascorsi due mesi dalla morte, Padre Renzo Allegri si accinse a scriverne la biografia, raccogliendo testimonianze scritte di persone che l’avevano conosciuta, specialmente negli ultimi anni di vita.

Il libro “L’angelo dell’ospedale”, pubblicato nel 1966, fu richiesto da molti, specialmente nel paese natale. Vennero scritti in quell’anno due articoli, uno sul settimanale “Alba” euno suRiparazione”, rivista dei sacerdoti del Sacro Cuore.

Tuttavia, il fatto che Bertilla provenisse da una famiglia semplice e umile, e fosse perciò una parrocchiana qualunque, nel cerchio degli amici, del personale ospedaliero, delle suore che la seguivano e degli stessi familiari non stimolò il pensiero di avviare un processo di canonizzazione. 

Nel 1987 alla morte del fratello Egidio la famiglia trovò i libretti di preghiere trascritte da Bertilla e le agendine in cui annotava pensieri e le intenzioni delle sue preghiere. Don Giuseppe Baggio, parroco di S. Agostino in quel periodo, riferisce: “Io non ho conosciuto Bertilla, essendo arrivato a S. Agostino nel settembre del 1970. Deceduta sei anni prima, ho ascoltato affermazioni di persone che l’hanno conosciuta e visitata spesso in casa o in ospedale. Unanime l’affermazione: “Era una santa, sempre serena nonostante la grave malattia che la obbligava a letto. Era capace di offrire al buon Dio tutte le sue sofferenze. Aveva occhi pieni di luce capaci di comunicare gioia a quanti la avvicinavano”. I manoscritti di Bertilla erano conservati gelosamente dal fratello Egidio, sordomuto. Solo alla sua morte sono stati scoperti e ricordo che, dopo averli letti, ne ho parlato con don Aldo De Toni, incaricato della pastorale sanitaria, perché sembrava fosse giusto che Bertilla fosse conosciuta”. Da lì è ripartita l’idea di proporre Bertilla come esempio di virtù. Don Giuseppe ha aggiunto: “Nel 1994 a S. Agostino abbiamo celebrato con solennità la ricorrenza del trentesimo anno di morte. Bertilla è vissuta a S. Agostino solo quattro anni e li ha trascorsi in gran parte in ospedale; perciò era conosciuta da poche persone che, però, la consideravano una santa”.

Nel 1994 apparvero alcuni articoli che, assieme a trasmissioni radiofoniche, diffusero la conoscenza di Bertilla.

Nell’anno 2002, don Aldo De Toni e Luigi Grandi pubblicarono il libro “La primavera dell’amore”, in cui venivano approfondite le tematiche spirituali di Bertilla. Il libro favorì ulteriormente la conoscenza della giovane e giunsero le prime attestazioni di grazie ricevute.

            Don Aldo De Toni, responsabile per la pastorale sanitaria della diocesi di Vicenza, propose di chiedere l’apertura della causa di beatificazione, proposta che fu accolta con interesse da chi coltivava il ricordo di Bertilla.

Nel 2011 il video “Un cuore che parla”, che descrive vita e spiritualità di Bertilla, ebbe una diffusione notevole.

La proposta prese maggiormente piede quando il vicario generale della diocesi di Vicenza, don Lodovico Furlan, invitò le persone che conoscevano Bertilla a organizzarsi, prendendo contatto con don Giandomenico Tamiozzo, direttore dell’Ufficio della Spiritualità e della Casa di spiritualità Villa San Carlo, che diventerà il postulatore della causa, per compiere un ulteriore discernimento e mettere in moto la Causa di beatificazione. Il momento decisivo fu l’incontro con il vescovo mons. Beniamino Pizziol, il quale, giunto a Vicenza come vescovo diocesano nel 2011, accolse don Giandomenico Tamiozzo con gli “Amici di Bertilla”, per esaminare la possibilità di intraprendere il cammino per il processo di beatificazione.

            Il vescovo si dimostrò ben disposto alla proposta, convinto che la figura di questa giovane fosse un reale esempio di vita cristiana non solo per i giovani di oggi, anch’essi a volte costretti dentro tante difficoltà, ma per tutta la comunità cristiana, che, di fronte al problema del dolore, ha bisogno di esempi che la sostengano e di intercessori che la fortifichino. Forti dell’incoraggiamento del vescovo, il gruppo ha intrapreso i primi passi per le varie fasi del processo diocesano.

            Nel giorno 1° ottobre 2012 venne costituita, di fronte al notaio, l’Associazione “Amici di Bertilla Antoniazzi” con presidente la signora Romana Rigotto di Vicenza.

            Il 22 ottobre 2012 l’Associazione elesse il postulatore della Causa di Beatificazione di Bertilla e chiese al vescovo della diocesi di Vicenza di accettare la nomina di mons. Giandomenico Tamiozzo, confermata in data 22 novembre 2012.

            L’8 gennaio 2013 il vescovo Pizziol avanzò la richiesta di inizio della Causa di Beatificazione di Bertilla della Diocesi di Vicenza e chiese assenso di avvio agli Arcivescovi e Vescovi della Conferenza Episcopale del Triveneto.

            Il 22 Gennaio 2013 gli Arcivescovi e i Vescovi della Conferenza Episcopale del Triveneto, all’unanimità, diedero parere favorevole all’avvio della Causa.

Il 24 Gennaio 2013 il Postulatore mons. Giandomenico Tamiozzo domandò ufficialmente al Vescovo l’introduzione della causa diocesana di Beatificazione e Canonizzazione di Bertilla.

            L’11 Aprile 2013 il vescovo chiese il nulla osta per l’apertura della fase diocesana del processo al Prefetto Cardinale Angelo Amato della Congregazione delle Cause dei santi di Roma.

Il 10 Luglio 2013 la Congregazione delle Cause dei santi nella persona del Prefetto Cardinale Angelo Amato e dell’Arcivescovo Marcello Bartolucci, concesse il nulla osta per l’apertura della fase diocesana del processo.

            L’ 8 Febbraio 2014 il vescovo Mons. Beniamino Pizziol, alle ore 10.30, nell’Ospedale di Vicenza, dopo la S. Messa per la Giornata Mondiale del Malato, aprì ufficialmente la fase diocesana del processo di Beatificazione di Bertilla Antoniazzi con la nomina del Giudice delegato mons. Giuseppe Ruaro, promotore di Giustizia don Enrico Massignani, notaio attuario prof. Luigi Grandi.

Gli amici di Bertilla alla cerimonia di chiusura del processo diocesano

Il 25 Marzo 2015 il vescovo, alle ore 19, in Cattedrale, chiuse ufficialmente la fase diocesana del processo di canonizzazione della Serva di Dio.

            Il 29 Aprile 2015 l’Associazione nominò mons. Tarcisio Cola, del clero diocesano di Vicenza e Canonico della Basilica Papale di San Pietro, residente nel Palazzo Capitolare nella Città del Vaticano, Postulatore della Causa di Beatificazione e Canonizzazione della Serva di Dio Bertilla Antoniazzi, per agire presso la Congregazione delle Cause dei Santi a Roma.

            Il 14 Maggio 2015 i documenti relativi al processo furono consegnati a Roma alla Congregazione delle Cause dei Santi.

Il 24 Novembre 2017 la Congregazione delle Cause dei Santi approvò il decreto di validità giuridica.

            Il 17 Aprile 2017 il Postulatore mons. Tarcisio Cola comunicò all’Associazione che la Congregazione delle Cause dei Santi aveva eletto il relatore che seguirà la causa di Bertilla.

            Una vita, quella di Bertilla, sbocciata all’indomani di un eccidio drammatico nella sua parrocchia nativa, durante le fasi finali della seconda guerra mondiale, una vita caratterizzata fin da piccola dalla sofferenza, marcata profondamente dalla fede e dalla carità. La santità di questa giovane probabilmente doveva aspettare i nostri giorni per poter essere proclamata e riconosciuta, affinché diventasse per i giovani e non più giovani un modo esemplare di vivere le fatiche che la vita oggi presenta a tutti.

Preghiera

Lasciando il vostro altare, Gesù Eucaristico, io vado incontro alle tentazioni. Mio Dio siate con me, ditemi sempre che stia in guardia, che io non cerchi mai le occasioni di offendervi, se io le cerco per la debolezza o per attrattive, che io non soccomba mai e se cado o Mio Dio, rialzatemi presto e nello stesso momento mi prostri dinanzi a Voi e vi domando perdono, e cerco di confessarmi il più presto possibile.

Chi desidera esprimere una riflessione su quanto qui espresso o proporre altre idee da condividere in questa rubrica, lo può fare scrivendo alla seguente mail:
rubrica@bertillaantoniazzi.it

Luigi Grandi (notaio nel processo diocesano per la beatificazione)