Fermiamo l’attenzione sulla virtù cardinale della Giustizia

Se per giustizia si intende “dare a ciascuno il suo”, secondo la più classica e semplice definizione, potremmo intravvedere questa virtù in Bertilla attraverso alcuni suoi atteggiamenti, quale la gratitudine, il mantenere le promesse fatte, il compiere gli impegni assunti, la fedeltà alla parola data, il suo impegno nell’esplicitare i suoi doveri.

Dalle testimonianze raccolte, il primo atteggiamento giusto che cogliamo in Bertilla è la gratitudine. Ringraziare infatti è il modo più semplice dovuto verso coloro dai quali si riceve un gesto di bontà, un aiuto, una visita, una lettera, compreso il trattamento medico e l’assistenza infermieristica. Non tutti sanno ringraziare, anzi sembra che oggigiorno valga più il rivendicare, il condannare e il denunciare.

Spesso leggiamo nelle testimonianze: “Bertilla era molto riconoscente verso tutti coloro che le facevano un favore”. Il dottor Giuseppe Erle, che l’ha seguita negli ultimi anni all’ospedale di Vicenza, testimoniò: “Bertilla esprimeva con lo sguardo più che con le parole la sua riconoscenza per le cure che le praticavamo”.

Il dottor Luca Lazzarini aggiunge: “Bertilla nei suoi scritti mostra grande riconoscenza verso il personale sanitario, in particolare verso le suore che dice di essere sempre gentili e amorose nei suoi confronti”. Ancora una testimonianza in merito, quella di Lia Dalla Rosa: “Bertilla ringraziava sempre delle visite e di tutto quello che riceveva dagli altri. Era sempre riconoscente”.

Per Bertilla il modo migliore di ringraziare era pregare per le persone che l’aiutavano.

Accanto alla gratitudine, Bertilla esprimeva il senso della giustizia, nell’adempimento delle promesse, specie quelle che faceva a quanti si affidavano alle sue preghiere. Scrive suor Lina Marchetto: “Bertilla manteneva le sue promesse e, quello che diceva, lo faceva. Era molto riconoscente: io le ho voluto bene, ma anche Bertilla mi ha voluto molto bene”. Don Aldo De Toni ha lasciato questa testimonianza: “Dai suoi scritti si capisce che Bertilla era fedele ai suoi impegni e manteneva le sue promesse. Il suo impegno personale era quello di pregare e di offrire la sua malattia per gli altri e in particolare per i peccatori”. Particolarmente preciso è il ricordo della sorella di Bertilla, Maria Antoniazzi, che conosceva bene la sorella minore: “Bertilla sapeva mantenere le sue promesse. Era riconoscente e ringraziava chi l’aiutava”.

Infine, la virtù della giustizia Bertilla la esprimeva nel senso del dovere. Il suo comportamento si adeguava al luogo che frequentava e per lei era un dovere rispettare il tipo di luogo dove si trovava, con un atteggiamento consono, fosse esso la chiesa, la casa, il catechismo, l’ospedale.

In chiesa il suo atteggiamento era di grande rispetto per il luogo sacro, l’atteggiamento giusto per il credente nella casa di Dio. Lo rileva Natalina Nardi: “Nei periodi in cui stava bene, Bertilla andava a Messa anche tutte le mattine, e aveva un atteggiamento, quand’era in chiesa, molto raccolto. Vedevi che era abituata ad avere un dialogo con Gesù, che l’aiutava ad avere tutta quella serenità”.

Preghiera

O Gesù, io vorrei che in questo momento la mia voce arrivasse ai confini di tutto il mondo, chiamerei tutti i peccatori e direi loro di entrare tutti nel tuo cuore. Preghiamo Gesù che ci dia le ricchezze del suo puro amore; non respirare che per amore, non vivere che per amore. Si dilati pure il Santo Regno dell’amore di Gesù, affinché tutti lo amino.