Negli incontri precedenti Bertilla ci ha accompagnato a comprendere l’importanza della Fede per la nostra vita e come, attraverso di essa, la sofferenza acquisisce un senso di redenzione per gli uomini. Nei prossimi tre incontri ci guiderà all’approfondimento della virtù teologale della Speranza. Nella preghiera diciamo: Mio Dio, spero dalla tua bontà, per le tue promesse e per i meriti di Gesù Cristo, nostro Salvatore, la vita eterna e le grazie necessarie per meritarla con le buone opere che io debbo e voglio fare, Signore che io possa goderti in eterno.

Bertilla nella Seconda Comunione, come festeggiavano al suo paese natale

Papa Benedetto XVI, nell’enciclica sulla Speranza, ha scritto: “La redenzione, la salvezza, secondo la fede cristiana, non è un semplice dato di fatto. La redenzione ci è offerta nel senso che ci è stata donata la speranza, una speranza affidabile, in virtù della quale noi possiamo affrontare il nostro presente: il presente, anche se un presente faticoso, può essere vissuto ed accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino”. È questa la speranza che ha sostenuto Bertilla nel “presente faticoso” della sua vita.

Per Bertilla la speranza fu segnata da una Via Crucis che ogni tanto la scoraggiava, ma che ha scandito il suo pellegrinaggio progressivo verso la Luce, che è Cristo, in una purificazione sempre maggiore. Così scrive il 13 marzo 1964: “Gabriella, sono a letto come sempre, ormai sono abituata, ma qualche volta mi perdo di coraggio, poi penso che tutto è niente, tutto passa, anche il dolore passa come le gioie su questa terra; siamo su questo mondo solo per amare il Signore e meritarci il premio eterno.”

È la consapevolezza che tutto passa e che restano solo le cose importanti, e lo ripete anche alla sorella in una lettera: “Preghiamo la Madonna che mi aiuti a star meglio e presto, oppure, meglio ancora, che mi aiuti a soffrire volentieri, perché poi il dolore passa e resta solo il merito, se lo accettiamo volentieri per amore di Dio”.

Al carissimo Aldo, sempre nel febbraio del 1964, scrive: “Adesso che incominciano le giornate di sole, sentiamo ancor di più la voglia di andare fuori, di camminare un po’. Pazienza! Offriamo a Dio i nostri dolori e i nostri desideri per la salvezza delle anime. Il dolore passa, resta solo il merito; più soffriamo in questa vita terrena più gloria troveremo in cielo. Senti, Aldo, noi siamo anime predilette da Dio. Egli ci ama tanto, vuole che soffriamo insieme, per poi far parte della sua gloria.”

Le testimonianze confermano l’importanza che la virtù della Speranza aveva nell’animo di Bertilla.

Suor Lina Marchetto che ebbe un legame di amicizia profondo con Bertilla dice: “Bertilla era sostenuta da una speranza ultraterrena che andava al di là della vita”.

La cognata Flora che la incontrava quasi ogni giorno, afferma: Bertilla parlava spesso della vita eterna e del paradiso e diceva che là ci saremmo trovati tutti insieme. Non mostrava alcun attaccamento alle cose di questa terra.

Suor Renata Matteelli: “Da una parte Bertilla manifestava il desiderio di guarire come normale, dall’altra non c’erano mai atteggiamenti di ribellione, ma di abbandono in Dio”.

Bertilla vicina alla grotta della Madonna di Lourdes nel pellegrinaggio del 1963.

Riflessione

Bertilla manifesta una grande speranza riposta nel premio finale che riceve chi cerca di piacere a Dio. Anche se talvolta dice di pregare per la sua guarigione, si rende conto che il suo male è irreversibile e non mostra grande speranza di guarire, ma spera per la salvezza dell’anima. Bertilla manifesta grande serenità di spirito anche se coinvolta nella gravissima prova della malattia. Bertilla da una parte riconosce il valore delle cose belle di questa terra e qualche volta mostra un certo rammarico di non poter correre nei prati e giocare con le sue amiche, ma d’altra parte riconosce nella sua sofferenza la presenza di un valore superiore a tutti i beni terreni. Dice che mentre tutto passa la sofferenza procura un bene eterno ed è meglio in ogni caso fare la volontà di Dio. (Luca dott. Lazzarini, consulente storico nella causa diocesana di beatificazione di Bertilla)

Preghiera

O mamma di Monte Berico tienimi sotto il tuo manto, sotto il tuo sguardo, sotto i tuoi occhi, custodisci l’anima mia per la vita eterna.

Maria speranza mia, fammi tutta di Gesù, vieni in aiuto perché venga dove sei Tu. Un giorno di meno di vita, un giorno più vicino all’eternità. O Maria abbi di me pietà.

Mamma ricordati che sono tua e tua voglio essere. Mamma, tu sei la mia mamma, io sono tua figlia, dunque tu aiutami, proteggimi, liberami da tutti i pericoli dell’anima e del corpo.

Chi desidera esprimere una riflessione su quanto qui espresso o proporre altre idee da condividere in questa rubrica, lo può fare scrivendo alla seguente mail:
rubrica@bertillaantoniazzi.it

Luigi Grandi (notaio nel processo diocesano per la beatificazione)