La Pasqua significava per Bertilla anche l’incontro di tutta la sua numerosa famiglia. Un momento di festa religiosa (il cuore della vita cristiana), ma anche affettiva. Abbiamo due lettere che ci descrivono la gioia dell’incontro pasquale del 1963 e 1964.

La numerosa famiglia di Bertilla


Nell’aprile del 1963 Bertilla era a casa ed era felice di vivere la Pasqua con tutti i suoi familiari e la racconta alla sorella, suor Pialuigia:

“Cara sorella ti faccio sapere come ho trascorso la Pasqua: mi sono alzata alle 11 fino alle 6 della sera, sono andata fuori un po’ in cortile, ho mangiato a tavola in compagnia della mamma e dei fratelli. Il giorno di Pasqua la mamma e i fratelli sono andati tutti a ricevere 1a S. Comunione, anche Egidio, invece a me l’ha portata a casa ieri mattina Don Dino. Ho pregato anche per te, sai! che il Signore ti possa aiutare a farti santa come la zia, e sono certa che anche tu ti ricorderai di me che il Signore mi dia la forza di soffrire volentieri per amor suo, prega tanto anche per la mamma e fratelli che ne hanno molto bisogno dell’aiuto di Dio.

Il giorno di Pasqua ho aperto 5 uova di cioccolato, 4 Antonio e 4 Egidio, avevo il desiderio di mandarne uno anche a te, ma mi è stato impossibile.

Il giorno di Pasquetta Maria con Gilio, Lina con Emma sono venute a casa nostra a trovarci; abbiamo passato il pomeriggio in compagnia, abbiamo fatto una passeggiata per la strada e spero in maggio di potere andare alla S. Messa.

Rita cresce bene, e comincia a conoscere e a sorridere, Antonio è stato molto contento nel sentire che lo hai ringraziato del dolce. Saluti dalla mamma, fratelli e sorelle, cognati, nipotini. Ciao.

“Lasciate che i piccoli vengano a me, a loro appartiene il regno di Dio”

Nel 1964, il suo ultimo anno di vita, passa la Pasqua in ospedale e scrive alla cugina Angela:

“Io, cara Angela mi trovo in ospedale. Sono entrata mercoledì santo per un assalto al cuore come sempre. In questi giorni poi ho avuto tanto male ai denti, sabato me ne hanno levato due e mi hanno fatto tanto male perché avevo un ascesso, ora sto meglio. Ho trascorso una buona Pasqua, sono contenta perché ho avuto tante visite, sono venuti anche i miei nipotini, ho ricevuto otto uova di cioccolato e io mi diverto ad aprirle per vedere le sorprese che ci sono all’interno, cosa vuole sono ancora una bambina. Ad ogni modo queste cose sono secondarie, l’importante è comunicarsi bene affinché Gesù risorga nei nostri cuori: quando si ha Gesù dentro di noi come si fa a non essere contenti? Lo si è anche se si soffre un po’. Ho ricevuto Gesù anche stamattina ed ho pregato anche per Lei perché il buon Dio le dia la grazia che più desidera”.

Bertilla sentiva di essere nel cuore di tutta la sua famiglia e contraccambiava l’affetto con le sue preghiere, ma anche con l’attenzione a tutto quello che avveniva in casa e nelle lettere aggiornava la situazione.

“Oggi è l’anniversario del caro papà e noi lo ricordiamo e lo pensiamo sempre in cielo. Mentre ti scrivo si trova qui anche Maria con Gilio, Lina con Franco, Flora con Antonio e Rita. Beppino è partito poco fa per Verona, sono venuti ieri per essere tutti qui alla S. Messa, questa mattina.”

Sorella carissima,

                             eccomi a te per rispondere alla tua cara e gradita lettera. Spero che tu stia bene e che sia contenta come mi hai scritto. Anch’io sono contenta e sto abbastanza bene. I fratelli, le sorelle e i cognati, stanno bene, pure Antonio e Rita, Antonella e la sua sorellina Emanuela che è nata mercoledì 5 febbraio come il suo papà; è una bella bambina con gli occhi neri come Antonella. Elio, Gilio, Emma e Gianfranco stanno bene. Ora ti ho dato tutto il resoconto della famiglia.

Ti saluto e ti abbraccio forte chi sempre ti pensa,

                                                                                                aff.ma Bertilla e famiglia

Purtroppo, nell’ultimo anno, non poteva più alzarsi dal letto e nel luglio 1964 scriva all’amica Graziella:

“Immagina di vedermi su un letto in una stanzetta vecchia con la finestra aperta a guardare la natura risvegliata, le piante verdi con le belle ciliegie rosse nascoste tra le foglie e ad ascoltare il cinguettio degli uccelli e il rumore delle macchine. Non puoi immaginare la voglia che mi viene in certi momenti di andare fuori; specialmente domenica c’erano qui tutti i miei nipotini che giocavano all’aria aperta ed al sole, ed io che vado matta per i bambini non ho potuto neanche vederli.

Che voglia. Ma pazienza.”

Preghiera

Oh! Mamma cara del Paradiso, io mi abbandono nel tuo cuore! Tienimi sempre vicina a Te! Lontana dai pericoli e dalle tentazioni.  Aiutami Tu a non offendere mai più il cuore di Gesù con le mie mancanze! Dolce Mamma, fa che io sopporti tutte le mie sofferenze, i miei dolori, le mie contrarietà volentieri per amore di Gesù, in riparazione dei peccati miei e dell’umanità.

 

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Luigi Grandi (notaio nel processo diocesano per la beatificazione)